Intervista al Maestro Giuseppe Urselli
Ti presentiamo l’intervista al M° Giuseppe Urselli. Il Maestro spiega con grande consapevolezza come il Tai Chi possa incoraggiare a danzare la vita con serenità e saggezza. Buona lettura!
Che cos’è per lei il Tai Chi?
E’ anzitutto doverosa una premessa. Secondo l’attuale metodo pinyin di trascrizione fonetica degli ideogrammi, è preferibile scrivere Tai Ji in quanto più fedele alla effettiva pronuncia rispetto alla precedente ortografia Tai Chi. Si preferisce scrivere Ji invece di Chi anche per non creare confusione con il carattere Chi che vuol dire energia mentre Ji vuol dire polarità. Tradotto letteralmente Tai Ji vuol dire Supremo Fondamento o Suprema Polarità. Per comprendere meglio cosa è davvero il Tai Ji occorre osservare gli ideogrammi cinesi Tai e Ji. Il carattere Tai mostra una persona che ha trovato il suo centro, il suo equilibrio. Notiamo l’essere umano che apre braccia e gambe e allo stesso tempo si concentra sul proprio centro (il Dan Tien). Il Carattere Ji è composto di due parti. Nella prima parte osserviamo l’ideogramma Mu che vuol dire albero e nella seconda parte un uomo che si allunga muovendosi in armonia tra Cielo e Terra. Quindi Tai Ji indica una persona, l’essere umano che trova il suo equilibrio connettendosi con la natura e muovendosi felicemente tra Cielo e Terra. Quanto al Tai Ji Quan, Quan vuol dire pugno e fa riferimento all’arte del Tai Ji applicata in situazioni di autodifesa. L’ideogramma Tai Ji è stato trovato scritto per la prima volta nel famoso libro dell’Yi Jing, il Libro dei Cambiamenti. Con Tai Ji intendiamo un concetto filosofico, un modo di essere e vivere in armonia con le forze della natura. Il Tai Ji nasce dal Wu Ji, dal Vuoto e vi fa ritorno. La nascita della pratica del Tai Ji Quan risale a centinaia di anni fa. Sembra sia stata creata da un monaco taoista che si è ispirato ai principi del Tao ed ai movimenti della natura attorno a sè. Il Tai Ji è un’antica e meravigliosa pratica cinese, una forma di meditazione in movimento praticata ogni giorno da milioni di persone in tutto il mondo. I suoi movimenti lenti, circolari e fluidi donano rilassamento, equilibrio e pace interiore. Il Tai Ji aiuta a ritrovare calma ed armonia tra corpo, mente e spirito. Se praticato con costanza e consapevolezza può condurre ad un’autentica e profonda trasformazione interiore. Si può così ritrovare la gioia di vivere sperimentando la pace interiore e la sensazione di vivere consapevoli del momento presente, del qui ed ora. Il Tai Ji è una pratica dai movimenti spontanei, eleganti e naturali.
Come è iniziato il suo percorso nel mondo del Tai Chi?
Il mio percorso nel mondo del Tai Ji è iniziato nel 1990 … e come ho scritto nel mio libro “Tai Ji, Danzare la Vita”: ” Proprio mentre vagavo per le vie del centro di Padova, sconsolato e
profondamente immerso nelle mie riflessioni, mi capitò di fronte agli occhi una locandina che pubblicizzava un corso di Tai Ji Quan. “Cos’è il Tai Ji Quan? È forse questo il mio nuovo percorso, la mia opportunità nella crisi?” mi chiesi. All’epoca e in quel particolare momento della vita non sapevo assolutamente nulla né sulle filosofie orientali né tanto meno sul Tai Ji Quan, eppure quella locandina attrasse tutta la mia attenzione e mi stimolò ad informarmi sull’argomento. Ero molto curioso ed ansioso di sapere e così mi affrettai entusiasta verso la più vicina libreria per cercare un libro che mi introducesse ai principi filosofici di base del Tai Ji. Acquistai il libro “Tai Ji Quan” di Horwitz, Kimmelman, Lui e cominciai subito a leggerlo. Le prime pagine erano dedicate alla “Via del Cambiamento”. In un momento come quello non potevano capitarmi fra le mani un libro ed un argomento più adatti, giacché mi sentivo davvero pronto e ben disposto ad intraprendere la “Via del mio Cambiamento…”. Quella stessa sera mi recai nel centro di Tai Ji Quan pubblicizzato dalla locandina ritrovandomi così in una grande stanza ad osservare lo svolgimento di una lezione. Su un bellissimo e caldo pavimento in legno una decina di persone si muovevano lentamente in modo aggraziato ed armonioso. Una grande atmosfera di pace, tranquillità e silenzio regnava nella stanza …”
Tra i tanti maestri di Tai Chi come ha scelto il suo maestro e la scuola di riferimento?
Frequentavo le lezioni sul Taoismo e sul Buddhismo di Giangiorgio Pasqualotto alla Facoltà di Filosofia a Padova ed iniziai a leggere i libri di Alan Watts sullo zen e sul Tao. Il noto libro “Il Tao, la Via dell’Acqua che scorre” è scritto da Alan Watts insieme con il mio maestro Chungliang Al Huang. Negli anni settanta presso l’Istituto Esalen in California Chungliang Al Huang in collaborazione con Alan Watts ed altri illustri studiosi conduceva seminari sul Tao e sull’essenza del Tai Ji integrando e fondendo il meglio della filosofia orientale ed occidentale. Il Tai Ji veniva presentato con chiarezza sia come pratica di movimento sia come vera e propria filosofia di vita. Grazie all’entusiasmo di una rete mondiale di studenti del Tao nacquero in seguito la Living Tao Foundation e l’Istituto Lang Ting con sedi in Cina, in Europa e negli Usa. Nel 1990 quando venni a sapere che Chungliang Al Huang conduceva annualmente corsi in Europa andai subito a Londra ed a Zurigo. Continuo tuttora a seguire i corsi di Tai Ji con Chungliang da oltre 20 anni. E’ meraviglioso venire a contatto con tanta gente proveniente da ogni parte del mondo per studiare l’essenza, il cuore del Tai Ji. L’approccio al Tai Ji del mio maestro è originale ed unico. Non impariamo soltanto le forme ma ampio spazio è dato alle riflessioni, al vissuto, alla filosofia del Tao, alla danza, alla calligrafia cinese, ai classici taoisti, al movimento sentito e alla ricerca del proprio Tao, della propria via. Nella scuola non-scuola del Living Tao non imitiamo i movimenti della forma in modo superficiale ma cerchiamo di trovare il nostro personale Tai Ji. In questo modo il Tai Ji entra a far parte della nostra vita quotidiana e ci aiuta a vivere con maggiore consapevolezza. In genere il Tai Ji viene praticato prestando molta, forse troppa attenzione ad ogni minimo dettaglio della forma e in questo modo si rischia di perdere l’essenza muovendosi in modo meccanico e rigido. Attraverso le forme dei 5 elementi e del Cerchio impariamo a danzare il Tai Ji non prendendoci troppo sul serio. Il sorriso e le risate fanno parte dell’apprendimento Tai Ji nel Living Tao. Nel mio piccolo, come maestro di Tai Ji, da 25 anni ormai continuo a diffondere in molte città italiane la pratica del Tai Ji. Per supportare il mio lavoro di diffusione della pratica del Tai Ji in Italia, in Svizzera ed in Tunsia ho creato in Puglia il centro Vivere il Tao Italia ed ho scritto il libro Tai Ji, Danzare la Vita. Sono onorato che Chungliang Al Huang mi abbia scritto alcune lettere di congratulazioni per il mio libro dicendosi inoltre fiero ed orgoglioso del mio lavoro in Italia. In ogni caso ritengo che l’umiltà e non ritenere di possedere la verità rimangano le vere componenti essenziali che dovrebbero contraddistinguerci come autentici studenti del Tao e della Vita.
Ad un certo punto del suo percorso ha deciso di diventare insegnante, cosa ha ispirato questa sua scelta?
Fin da quando ho iniziato ad apprendere il Tai Ji molti miei amici mi hanno chiesto di insegnar loro le forme e condividere la filosofia del Tao. Così iniziai ad insegnare nel ’93 e poco alla volta mi son ritrovato ad insegnare in giro per l’Italia, Svizzera ed ora anche in Tunisia conducendo tantissimi seminari! Naturalmente credo che il processo di apprendimento del Tai Ji non finisca mai. Non appena ci si sente pronti è naturale iniziare ad insegnare, ma non dimentico che un ottimo maestro è un perpetuo studente della Vita e non smette mai di imparare.
Che ruolo hanno gli aspetti marziali nei suoi corsi?
In genere molte persone conoscono e praticano il Tai Ji Quan come una sintesi tra arte marziale, metodo terapeutico e meditazione in movimento. Molte persone però apprendono il Tai Ji imitando solo esteriormente i movimenti della forma e perdendone così l’essenza. Il Tai Ji che proponiamo e pratichiamo comporta delle variazioni rispetto al Tai Ji inteso come arte marziale. Preferiamo danzare e praticare il Tai Ji con creatività incoraggiando gli studenti a scoprire il proprio Tao, la propria via. Come ha già fatto il maestro Al Huang, anch’io ho eliminato dal Tai Ji la parola Quan (che fa riferimento all’arte marziale) per evitare confusione e chiarire che l’obiettivo del mio lavoro consiste nel lasciare che i principi e la pratica del Tai Ji entrino a far parte integrante della nostra vita personale. Tai Ji è un termine dal significato più vasto ed include la meditazione ed il lavoro sulla consapevolezza.
Potrebbe citare tre elementi chiave per essere un buon praticante di Tai Chi?
Credo che il processo di apprendimento del Tai Ji non finisca mai ed uso la metafora dei cerchi che si espandono all’infinito. Un buon praticante di Tai Ji è umile e studia con lo spirito del principiante, ogni volta è un nuovo inizio. Un buon praticante di Tai Ji è un perpetuo studente della Vita e non smette mai di imparare.
Cosa consiglierebbe agli allievi che oggi entreranno per la prima volta nella loro vita in un una scuola di Tai Chi?
A chi approccia il Tai Ji per la prima volta suggerisco di stare in ascolto e invito a frequentare i corsi di Tai Ji che hanno davvero un cuore. Suggerirei di non aderire fideisticamente. E’ molto importante che nella scuola ci sia ascolto e rispetto.
E cosa consiglierebbe agli allievi che praticano da 10 anni Tai Chi?
A chi pratica Tai Ji da oltre una decina di anni mi sento di suggerire di tenere vivo l’entusiasmo e l’umiltà nell’apprendimento. Ogni volta che si pratica il Tai Ji lo si dovrebbe fare senza far riferimento alle esperienze passate ma a quello che sta accadendo nel qui ed ora.
Il Tai Chi è solo tradizione o può essere anche innovazione?
Il Tai Ji Tu, il diagramma Tai Ji è il noto simbolo Yin/Yang. Questo meraviglioso simbolo ci ricorda l’importanza dell’equilibrio degli opposti. E’ sbagliato contrapporre in modo rigido la tradizione all’innovazione. Nel Tai Ji sostituiamo il modo di pensare dualistico o/o con l’inclusivo e/e …
La tradizione è tale e dura fino ai nostri giorni proprio perchè è viva. E’ compito nostro far sì che l’antica saggezza del Tao e del Tai Ji possano vivere nel mondo moderno. Il Tao è cambiamento, trasformazione continua. La prima persona che centinaia di anni fa ha creato la pratica del Tai Ji si è ispirato alla natura, non imitava rigidamente i movimenti e le forme di un maestro. Ognuno di noi anche oggi può scoprire il proprio Tai Ji, trovando nuove vie per esprimere la consapevolezza che deriva da una buona pratica. Attualmente in tutto il mondo il Tai Ji viene studiato soprattutto come pratica per il miglioramento della salute e della vitalità. Come ho già scritto nel mio libro “Tai Ji, Danzare la vita”, conobbi ed iniziai ad apprendere il Tai Ji nel 1990 studiando le forme tradizionali ( i 12 movimenti, la forma di Pechino, la forma lunga, il Qi Gong, il Tui Shou, ecc.). Sono contento di aver imparato da molti maestri in Italia le basi della pratica, una sorta di alfabeto del Tai Ji. Tuttavia rimango convinto e consapevole del fatto che il solo studio delle suddette forme non può condurre una persona ad un’autentica e profonda trasformazione interiore. Ciò che ha trasformato la mia vita non è stato tanto il Tai Ji appreso come coreografia o serie di movimenti, ma piuttosto lo spirito e l’essenza che ne sostengono la pratica e la creano dandole vita.
C’è una testimonianza di un suo allievo che ricorda in modo particolare in cui le sono stati raccontati dei benefici derivanti dalla pratica del Tai Chi?
Fra le tante testimonianze dei miei allievi ho piacere nel riportare queste due:
“Essere come un fiore, che dalla terra si allunga verso il cielo, apre i suoi petali alla luce del sole e danza nel vento, rimanendo ben saldo nel terreno. Ecco com’e’ il Tai Ji di Giuseppe Urselli. Il libro “Tai Ji, Danzare la Vita” ed ancor di più il DVD “Tai Ji, la danza del Tao” ci fanno capire che il movimento migliore per il nostro corpo non richiede alcuno sforzo ma anzi una leggerezza che è in tutti noi e che solo la pratica del Tai Ji ci fa ritrovare. Muoversi come nuvole, essere come acqua che scorre … una meravigliosa scoperta di equilibrio dinamico e una grande rivelazione. L’arte marziale più potente ? Una bella risata !“
Federica
“Insegno Tai Chi Chuan a Milano, ho avuto il piacere di conoscere di persona il M° Urselli e di lavorare con lui in un piacevolissimo scambio di tecniche di Tai Chi, di esperienze di tanti anni di insegnamento e di gioia nella pratica. Mi è piaciuto perché lui affronta il Tai Chi da un’angolazione che a me era completamente sconosciuta: io arrivo da scuole di impronta marziale, dove il rigore, la disciplina e l’attenersi a movimenti derivati da una presumibile “tradizione” sono intoccabili e sacri. Giuseppe ha interiorizzato una grande tecnica di movimento e di postura, nulla è improvvisato o lasciato al caso, anche se in parte sembra tale, unendola a creatività ed ascolto delle proprie emozioni. Mi viene da dire che lui pratica un “tai chi emozionale” sulla base di solidissime basi tecniche. I praticanti e i “vecchi maestri” potranno avere da dire su questo modo di affrontare l’antica disciplina del tai chi chuan: io credo invece che avere il coraggio di sperimentare altre prospettive, applicare questi principi alla vita quotidiana (nel libro c’è una bellissima parte dove Giuseppe e sua moglie Monica raccontano del parto del loro figlio, in piena armonia tai chi) e diffondere questo tipo di pensiero, sia solo un grande arricchimento ed una grande lezione di apertura mentale. Bravo Giuseppe!”
Maria Flora
Si dice che anche i maestri imparano dagli allievi, a lei è capitato di imparare qualcosa di importante dai suoi allievi?
In 25 anni di pratica, insegnamento e condivisione del Tai Ji e della filosofia del Tao posso dire che è stato più quello che ho ricevuto dai miei studenti di quello che sono stato in grado di offrire. Dallo scambio con i miei studenti continuo ad apprendere il Tao della relazione, il Tui Shou, la danza del dare e ricevere energia. Quando nel 1990 iniziai il Tai Ji a Padova non potevo immaginare il percorso che mi aspettava… Sono felice di condividere ciò che continuo ad apprendere attorno al Tao ed al Tai Ji con i miei amici/studenti sparsi in tutta Italia, in Svizzera e Tunisia.
Può raccontarci un’esperienza particolare legata alla sua pratica del Tai Chi?
Mi trovavo un giorno su una bellissima spiaggia del Mar Jonio praticando con gioia la danza dei 5 Elementi della Natura. Alcuni ragazzi che passavano di lì iniziarono a deridermi scimmiottando i miei movimenti lenti. Continuai a danzare il mio Tai Ji in tutta tranquillità, ridendo anch’io insieme con loro. Uno dei ragazzi rimase così sconcertato e sorpreso dal mio ridere che finì col perdere l’equilibrio cadendo per terra. Impauriti se la diedero a gambe tutti quanti! Ahimè, devo ammettere che la risata Tai Ji è davvero una potente e micidiale arte marziale…
Ha mai scritto dei libri?
Nel 1998 Ho scritto il libro “Tai Ji, Danzare la Vita” che ha finora venduto oltre tremila copie.
E’ probabilmente uno fra libri più letti in Italia sul Tai Ji. La prima edizione è stata distribuita da Macro, la seconda da Il Cerchio della Luna e la terza da Uno Editori. E’ in programma una quarta edizione e molto probabilmente anche una versione in inglese. Il libro, illustrato con numerose foto a colori, parla di:
- I principi filosofici di base
- Tai Ji e Vita quotidiana
- Tai Ji in gravidanza e parto in casa
- Tai Ji e Metodo Bates
- I 5 Elementi della Natura
- Il Living Tao del maestro Chungliang Al Huang
- I concetti positivi del Tao: Wu Ji, il Vuoto; Wu Wei, la via della non interferenza; Tai Ji, la calma nel movimento; Yin/Yang, l’equilibrio degli opposti
- I benefici della pratica
- Scoprire il proprio Tai Ji
- Poesia, meditazione e pace interiore con il Tai Ji
Il libro, unico nel suo genere, vuole essere un amico che incoraggia a danzare la vita con serenità e saggezza. Per la prima volta il Tai Ji viene proposto anche nei corsi di accompagnamento alla nascita e nei corsi di formazione per le ostetriche. L’arte del Tai Ji viene presentata in modo semplice, originale e poetico. In un mondo in cui sembra essere vincente il potere dell’apparire il libro invita invece a riflettere sulla forza interiore che proviene dalla danza del Tao.
La pratica del Tai Chi abbinata ad altre discipline salutistiche può generare delle utili sinergie?
Ho spesso collaborato con insegnanti di altre arti conducendo ad esempio seminari di Tai Ji e Nascita consapevole, Tai Ji e Metodo Bates, Tai Ji e Danzaterapia… Il Tai Ji ha affinità con molte arti e discipline ed è bello scoprire somiglianze, diversità e complementarietà.
Rivolgendo un invito al lettore di questa intervista, come proseguirebbe questa frase? “Ti consiglio di praticare Tai Chi perchè…”
Sette motivi per iniziare a danzare il Tai Ji:
- Per la gioia ed il piacere di farlo
- per condividere un’esperienza affascinante con altre persone
- per armonizzare corpo, mente e spirito
- per imparare a muoversi gentilmente anche nella vita di ogni giorno
- per conoscerci meglio attraverso la filosofia del Tao
- per apprendere ad apprendere
- per liberare il corpo dalle tensioni e dallo stress ritrovando serenità e pace interiore
Vi offriamo e proponiamo i nostri corsi e seminari in tutta Italia, Svizzera e Tunisia per condividere la gioia e la profonda sensazione di pace interiore che dona il Tai Ji. Il Tai Ji è per tutti, è piacevolissimo praticarlo, è per te !
TAI JI, DANZARE LA VITA CON GIUSEPPE URSELLI
VIVERE IL TAO ITALIA
Tel. 380 2919426 – info@danzataiji.it – www.danzataiji.it